sabato 18 gennaio 2014

Christiane F. - La Mia Seconda Vita

Era il 1978 quando due giornalisti della rivista Stern si recarono in un carcere di Berlino Ovest per incontrare una giovane sedicenne sotto processo per possesso di droga. Desideravano intervistarla per realizzare un articolo sul fenomeno della tossicodipendenza a Berlino, ma domanda dopo domanda i due giornalisti si resero conto che dietro quella adolescente si celava una storia molto profonda e drammatica tanto che alla fine ne venne fuori materiale sufficiente per realizzare un libro, libro che fu infatti scritto e pubblicato con il titolo: "Wir Kinder vom Bahnhof Zoo". Il nome di quella ragazza era Christiane Vera Felscherinow. In Italia uscì nella versione tradotta in: Christiane F.- Noi i Ragazzi dello Zoo di Berlino.
 
Nel 1981 fu realizzato un film che io andai a vedere quando uscì in Italia e fui molto colpito dalla storia. Comprai poi il libro e lo lessi in pochi giorni, cosa per me inusuale in quanto non sono un grande divoratore di libri. Quello che mi coinvolse del racconto fu in primo luogo l'età dei protagonisti, tutti giovanissimi dai 13 ai 17 anni e miei quasi coetanei visto che tra me e la protagonista ci dividono 14 mesi. Il libro racconta in tutta la sua drammaticità la vicenda di Christiane, una adolescente molto intelligente ma fragile e della sua esperienza con la droga che la porterà in un tunnel fatto di dipendenza, morte e prostituzione.
Sono giovanissimi gli amici di Christiane che moriranno per droga, tra cui Babette, la vittima più giovane a Berlino, morta a 14 anni per overdose e la cui notizia comparve in prima pagina sul Berliner Zeitung.

Sono trascorsi alcuni decenni, Berlino ha subito numerosi cambiamenti a cominciare dall'unificazione con la parte orientale, ma la stazione Zoologischer Garten, luogo in cui si concentrano gran parte degli avvenimenti, non è poi cambiata così tanto. Il retro si presenta esattamente come si vede nel film, tetro e con le travi di sostegno metalliche.


La Kurfürstenstraße continua ad essere una via frequentata da prostitute così come la laterale Genthinerstraße, dove risiedeva la discoteca Sound frequentata da Christiane e che oggi non c'è più.


Nel libro Christiane racconta che spesso mentre si trovava in quel luogo in attesa di clienti guardava le vetrine dei negozi di mobili (presenti ancora oggi) e immaginava come poteva arredare la casa in cui lei ed il suo giovane fidanzato Detlef sarebbero andati ad abitare. Questo episodio descrive il conflitto tra il desiderio di una vita normale ed il malessere interiore che la tiene incatenata al mondo della tossicodipendenza.
Anche il luogo in cui abitava, Gropiusstadt, non è cambiato poi molto con i suoi palazzoni tetri ed austeri.

Il libro ha avuto un notevole successo internazionale e ancora oggi in molte scuole tedesche viene fatto leggere agli studenti.

Oggi Christiane è tornata a vivere nei pressi di Berlino e assieme ad una giovane giornalista ha pubblicato un secondo libro dal titolo "Mein Zweites Leben" (La Mia Seconda Vita) presentato alla fiera del libro di Francoforte lo scorso Ottobre. La versione in italiano dovrebbe uscire a breve. Racconta il seguito e le sue vicende in gran parte legate sempre alla tossicodipendenza. Racconta anche del figlio ora diciassettenne, sottrattole e affidato ad altra famiglia, che le ha dato la forza di lottare per uscire dalla schiavitù della droga.






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