giovedì 2 maggio 2019

Perché il surplus della Germania non viola alcun trattato

Sicuramente avrete ascoltato o letto almeno una volta che mentre a noi viene sempre contestato il deficit del settore pubblico, richiamandolo ad una costante riduzione al fine di ridurre contestualmente anche l'ammontare del debito, alla Germania viene (o verrebbe) concesso di eccedere da tempo il surplus delle partite correnti nel limite del 6% e che nessun richiamo le viene fatto, nessuna procedura di infrazione aperta e tantomeno inflitta una sanzione che, a detta di alcuni, sarebbe prevista.
Ebbene, queste affermazioni sono tutte cattive interpretazioni delle norme, o meglio Regolamenti comunitari, che contemplano questo tema (oltre ad altri).
Vediamo di spiegare in modo possibilmente chiaro come stanno realmente le cose, cosa prevedono le norme ed alla fine perché nonostante il surplus della Germania sia oltre il limite previsto essa non viola alcuna norma e di conseguenza nessuna sanzione le può essere inflitta, fermo restando che una procedura c'è, così come c'è verso tutte le nazioni che non rispettano gli indicatori macroeconomici stabiliti nel 2011 dalla Commissione Europea.

Un passo indietro
Nel novembre del 2011 Parlamento e Consiglio Europeo decisero una serie di Regolamenti e Direttive volti a rafforzare la crescita della zona euro e per contro ridurre gli squilibri macroeconomici. Furono emanati cinque Regolamenti ed una Direttiva chiamati nell'insieme Six-Pack e a seguire altri due Regolamenti chiamati Two-Pack che hanno modificato e rafforzato il Patto di Stabilità e Crescita. Tra questi Regolamenti vi furono il 1174/11 e 1176/11 del 16 Novembre 2011 che rispettivamente erano rivolti (1) a misure esecutive per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi nella zona euro e (2) alla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici.

Gli indicatori macroeconomici e le soglie stabilite
In particolare il Regolamento 1176/11 stabilisce che la Commissione Europea fissi dei limiti a specifici indicatori macroeconomici e finanziari entro i quali i Paesi aderenti all'area euro debbano cercare di attenersi ed alla Commissione stessa il compito di sorveglianza.
Cliccando sopra i rispettivi numeri dei due Regolamenti menzionati si può accedere alla pagina istituzionale e scaricare i testi integrali in lingua italiana (così i sovranisti saranno soddisfatti).
Io mi limito a citare alcuni articoli del Regolamento N.1176/11 che prevede di stilare un elenco di indicatori:


Gli indicatori scelti e le relative soglie previste sono i seguenti e rientrano nel Macroeconomic Imbalance Procedure:


Come si può notare il primo indicatore riguarda proprio il surplus/deficit delle partite correnti (current account in inglese) i cui limiti sono stati stabiliti rispettivamente nel +6% e -4% del PIL nominale. Quindi non solo il surplus è oggetto di vincolo, ma anche il deficit. In sostanza le partite correnti rispecchiano in gran parte il saldo dello scambio merci e servizi, quindi un Paese (Germania) che esporta molto più di quanto importa si ritrova un surplus anche delle partite correnti dato che le altre voci che la compongono non modificano sensibilmente quello delle merci. Chi invece (Cipro) importa molto più di quanto esporta registra al contrario un deficit che va oltre il 4% stabilito e di conseguenza non solo ad esempio la Germania ma anche Cipro deve prendere provvedimenti per riequilibrare la situazione.

Cosa accade se un Paese non rispetta i limiti?
Se si guarda a tutti gli indicatori si può notare che non riguardano solamente quelli inerenti la Bilancia dei Pagamenti ma sono anche di altro genere. Abbiamo ad esempio la variazione del costo del lavoro nominale, il tasso di disoccupazione, sia complessivo che giovanile, la variazione del tasso di attività ed altri ancora. In totale sono 14 con una o due soglie previste per ciascuno. Insomma, non c'è solo il surplus delle partite correnti.

Se un Paese non rispetta tali soglie la Commissione Europea lo inserisce in un apposito report, chiamato Alert Mechanism Report (AMR). Come previsto dal Regolamento, in base alla gravità ed al grado di influenza (negativa) verso la stabilità economica degli altri Paesi membri, la Commissione d'accordo con le autorità competenti di quel Paese stabilisce le misure di intervento al fine di ridurre e rientrare nei limiti previsti. Non è prevista una sanzione in questa fase! La sanzione, tanto invocata da alcuni verso (solo?) la Germania per l'eccessivo e prolungato surplus delle partite correnti, può essere presa solamente se il Paese in questione si rifiuta di adottare provvedimenti che riducano lo scompenso e questo comporti per l'appunto effetti negativi alle economie degli altri Paesi membri della zona euro.

Nello specifico la Germania ha superato la soglia del 6% dal 2011 raggiungendo il dato più alto nel 2015 con un +8,5%. Da allora tale surplus è andato via via riducendosi fino a toccare +7,3% nel 2018 (fonte Eurostat) proprio a seguito di alcune misure adottate. Certo, molti economisti hanno chiesto e chiedono che la Germania faccia di più, ma non le si può imporre interventi maggiori. Per quanto riguarda i trattati, o meglio in funzione dei Regolamenti qui esposti, la Germania non viola alcun articolo in quanto ha sempre accettato e concordato misure da intraprendere. Diversamente potevano essere prese sanzioni comminate però dal Consiglio Europeo (capi di Stato e di Governo) e non dalla Commissione Europea che non ha titolo per infliggere alcuna sanzione.