domenica 27 novembre 2016

Il surplus commerciale della Germania... e di ottimismo!

Qualche giorno fa il ministro delle finanze del governo tedesco Wolfgang Schäuble, in una audizione al Bundestag, ha respinto le accuse mosse dal FMI riguardo gli scarsi investimenti infrastrutturali che la Germania starebbe attuando ed il fatto che un aumento sarebbe di sostegno per le economie in difficoltà dell'eurozona oltre che necessarie per riequilibrare il notevole avanzo sia commerciale che delle partite correnti della Germania, avanzo che da quattro anni va oltre il livello massimo che la Commissione Europea ha stabilito come parametro e pari al 6% del Prodotto Interno Lordo. Non so quali siano state le parole esatte pronunciate dal ministro ma su alcuni organi di informazione è comparso uniformemente il seguente estratto:

"Höhere Ausgaben in ein oder zwei Ländern würden einfach nicht die bestehenden strukturellen Probleme und Finanzrisiken in den anderen Ländern lösen. Stattdessen fordert der Finanzminister eine Politik, die sich auf stabile Finanzen und Strukturreformen konzentriere."

Tradotto letteralmente: "Maggiori spese (del settore pubblico) in uno o due Paesi non risolverebbero gli esistenti problemi strutturali di bilancio ed i rischi finanziari negli altri Paesi. Piuttosto il ministro delle finanze richiede una politica che si concentri su finanze stabili e riforme strutturali."

In sostanza Schäuble afferma che un aumento della spesa pubblica in uno o due Paesi, riferendosi indirettamente al suo - la Germania - e ai Paesi Bassi, ovvero quelli che all'interno dell'eurozona registrano surplus delle partite correnti oltre il 6% del loro PIL, non risolverebbe lo squilibrio nei conti pubblici degli altri Paesi, soprattutto se riferito al loro bilancio strutturale. Aggiunge poi, riferendosi genericamente ad un qualunque ministro delle finanze, che il compito di costui è piuttosto quello di concentrarsi sul raggiungimento di una stabilità finanziaria attraverso riforme strutturali, e non quindi di chiedere ad altri Stati di spendere di più e per giunta a deficit.
Occorre aggiungere poi che lo stesso Schäuble ha smentito che il governo tedesco non abbia aumentato le spese in questi anni, sebbene i numeri non siano rilevanti. Da una precedente relazione di metà agosto sulla previsione di spesa dal 2017 al 2020, riportato anche nel sito del Bundestag, è scritto che le spese del governo centrale della Germania (Bund) per il 2017 sono previste per 328,7 miliardi di euro, 11,8 miliardi in più (3,6%) di quelle previste per l'anno in corso (316,9 mld).


Notare che ci stiamo riferendo al bilancio federale, non a quello complessivo, questo perché il governo centrale di Berlino non può influire su quelli delle amministrazioni locali.

Per quanto riguarda la suddivisione per capitolo di spesa, quella in conto corrente è prevista essere per il 2017 di 294,7 mld contro i 285,4 mld previsti per quest'anno, mentre per quella in conto capitale il governo centrale di Berlino ha previsto per il 2017 una spesa complessiva di 34 mld contro i 32,2 previsti quest'anno, pari quindi ad un incremento del 5,5%.

Però Fondo Monetario Internazionale e vari economisti guardano più al totale della spesa, in particolare degli investimenti, quindi andiamo a vedere il loro andamento leggendo i dati pubblicati dall'Ufficio Federale di Statistica di Wiesbaden e prendendo le componenti del Prodotto Interno Lordo di questi ultimi anni:


Si può notare come i consumi (privati e pubblici) siano la componente che ha registrato gli incrementi più significativi rispetto agli investimenti (privati e pubblici) dal 2011 al 2015: rispettivamente +11% contro un +2,4%. Questo è riscontrabile anche dal contributo alla crescita del PIL nel 2015, dove la componente investimenti lordi ha determinato un contributo addirittura negativo pari allo 0,1% mentre la spesa per consumi ha invece contribuito positivamente per 1,6%, in aggiunta ad un +0,2% delle esportazioni nette.
Si dovrebbe comunque scomporre sia i consumi del settore privato da quello pubblico che lo stesso per gli investimenti, da cui da una parte deriva che gli andamenti non differiscono sensibilmente dal complessivo ma dall'altra emerge come la componente pubblica sia di entità notevolmente inferiore a quella privata:

  • Consumi privati.............................1.632 mld (53% del PIL)
  • Consumi settore pubblico...............  589 mld (20% del PIL)
  • Investimenti lordi settore privato.......539 mld (18% del PIL)
  • Investimenti lordi settore pubblico....  64 mld (2% del PIL)
  • Esportazioni nette............................234 mld (7% del PIL)

Tra consumi e investimenti, il settore pubblico incide sulla spesa complessiva per circa il 22%. Questo comporta che occorrerebbe un notevole incremento di spesa per incidere sul Prodotto Interno Lordo, come anche sulle importazioni, dato che la trasmissione su queste di una spesa pubblica è inferiore rispetto a quella ottenuta dalla spesa privata.
In sostanza è vero che negli ultimi anni la spesa pubblica ed in particolare gli investimenti hanno visto un tasso di crescita molto contenuto, ma dal piano quadriennale che il ministro Schäuble ha presentato recentemente al Parlamento si nota come è prevista una accelerazione nella crescita. La domanda ora è la seguente: davvero questo incremento comporterà, come sostengono molti economisti, un aumento delle importazioni e parallelamente un calo del surplus commerciale e/o delle partite correnti?

Dagli ultimi dati resi noti dalla Deutsche Bundesbank (la banca centrale tedesca) il saldo commerciale nei primi tre trimestri di quest'anno vede un surplus di 210.027 milioni contro 195.510 milioni dei primi nove mesi del 2015 (+7,4%). Simile la situazione delle partite correnti (current account) che vede nello stesso periodo un avanzo di 198.007 milioni di euro contro i 180.340 milioni dei primi tre trimestri del 2015.
Dai recenti dati dell'Ufficio Federale di Statistica, il PIL della Germania a prezzi correnti nei primi 3 trimestri di quest'anno è stato di 2.337,74 miliardi di euro, pertanto il surplus delle partite correnti è circa il 9% del PIL.

La provenienza dell'avanzo commerciale di beni e servizi per macroaree geoeconomiche è il seguente:


Le importazioni nei primi nove mesi di quest'anno sono ammontate a 682.460 milioni contro i 687.286 milioni di euro dello stesso periodo del 2015, mentre le esportazioni sono passate da 882.795 milioni del 2015 a 892.486 di quest'anno. In definitiva sono aumentate in valore le esportazioni e sono calate le importazioni e questo ha comportato appunto l'incremento dell'avanzo commerciale. E' da vedere se questo andamento è legato prevalentemente all'andamento dei volumi di vendita oppure dei prezzi.
In ogni caso, nonostante l'aumento dei consumi nazionali sia del settore privato che di quello pubblico e quello degli investimenti sono aumentati in misura non elevata, non si è avuto un incremento delle importazioni oppure un calo dell'avanzo delle partite correnti! Inoltre occorre considerare il fatto che anche a fronte di un incremento delle importazioni tedesche, le ripercussioni sui singoli partner commerciali sarebbe poco rilevante. Ad esempio l'Italia ha visto aumentare il deficit commerciale con la Germania nonostante siano aumentate le nostre esportazioni: 6,3 mld nel 2013; 5,7 mld nel 2014 e 8,9 mld nel 2015 e per quest'anno la Deutsche Bundesbank registra un surplus progressivo ad agosto di 6,3 mld di euro.
Si è quindi convinti che un aumento della spesa pubblica in Germania possa ridurre il nostro disavanzo? E se le importazioni dovessero aumentare, quanto sarebbe in caso il beneficio per il nostro Paese? Noi esportiamo annualmente circa 50 mld in Germania, anche vedendo aumentare l'importo del 10% (ipotesi ottimistica) questo si tradurrebbe in 5 miliardi aggiuntivi di vendite che però viste sul totale delle esportazioni (414 mld nel 2015) e del PIL (1.636 mld nel 2015 a prezzi correnti) non costituirebbero di certo un volano per una forte crescita. dovremmo infatti avere una 'spinta' di almeno 3 volte tanto per vedere benefici concreti, e pensare che questa possa giungere dalla sola Germania come conseguenza indiretta di un aumento della loro spesa pubblica, sia dal lato dei consumi che da quello degli investimenti, è davvero illusorio.

lunedì 14 novembre 2016

YES WE DID IT! Otto anni di presidenza Obama

Sono passati esattamente otto anni da quando Barack Obama, candidato per il partito democratico, vinse per la prima volta le elezioni presidenziali statunitensi battendo il repubblicano John McCain con l'oramai famoso slogan "Yes we can". Obama ereditò una nazione in piena recessione, iniziata nel Dicembre del 2007 e terminata solo nel Giugno del 2009, ovvero sei mesi dopo il suo insediamento alla Casa Bianca. Una recessione che per entità è stata la peggiore dal dopoguerra. Le due amministrazioni Obama hanno riportato la nazione sulla via della crescita, ha rimesso in sesto il sistema finanziario, ha evitato il fallimento delle tre grandi aziende automobilistiche, Chrysler in testa,  riassorbito la pesante disoccupazione che si era venuta a creare, ha dato assistenza sanitaria ai meno abbienti grazie al programma Obamacare, ha sottoscritto accordi internazionali sul clima (COP21), ha introdotto un salario orario minimo federale a 7,25 USD e ridotto la povertà, sia in termini assoluti che in rapporto alla popolazione.
Ma rivediamo alcuni numeri macroeconomici da inizio 2009 a fine 2015.

Prodotto Interno Lordo
Il PIL a prezzi correnti del 2008, quindi a fine mandato del suo predecessore - il repubblicano G.W.Bush - è stato di  14.700 miliardi di dollari, mentre quello del 2015 è giunto a poco meno di 18.000 miliardi, praticamente un +22% in 7 anni, circa il 3% in media di crescita annuale. Un risultato più che apprezzabile considerando le conseguenze della pesante crisi che è terminata solo a metà 2009 e che comunque non ha evitato quell'anno un valore del PIL inferiore all'anno precedente (14.400 mld contro i 14.700 del 2008).


Redditi e povertà
Dai dati del US Bureau of Labour emerge che a Dicembre 2008 gli occupati nella categoria "nonfarm Payroll", cioè ad eccezione degli occupati governativi, di quelli privati presso abitazioni, dei lavoratori nelle organizzazioni no profit e quelli del settore agricolo, erano risultati in totale 134.844 migliaia (quasi 135 milioni). Nel Dicembre 2015 erano 143.146 migliaia ed ad Ottobre di quest'anno - ultimo dato disponibile - erano 144.952 migliaia.


Per contro i disoccupati sono scesi da 11.286 migliaia a 7.904 migliaia a Dicembre 2015 ed a 7.787 migliaia a Ottobre scorso.

Il reddito mediano in base ai dati del US Census Bureau è salito nel 2015 a $56.516 annui, un incremento in termini reali del 5,2% rispetto ai $53.718 del 2014. In pratica nel 2015 il reddito mediano risulta essere del 1,6% inferiore a quello del 2007, ovvero prima della grande recessione, e del 2,4% inferiore al livello massimo toccato nel 1999.


La disuguaglianza nella distribuzione del reddito rimane comunque alta, riscontrabile dall'indice Gini che nel 2015 è stato di 0,479 (scala da 0 - minima disuguaglianza - a 1 - massima disuguaglianza), un valore simile a quello dell'anno precedente e comunque il 5,5% più alto rispetto al 1993, primo anno con dati disponibili, segno della crescente disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza prodotta in questi ultimi decenni.

Il tasso ufficiale di povertà è stato nel 2015 del 13,5%, un 1,4% in meno rispetto al 14,8% del 2014 e 1% in più rispetto al 2007, anno precedente la grande recessione. In termini assoluti il numero di cittadini in condizioni di povertà è stato di 43,1 milioni, 3,5 milioni in meno rispetto al 2014.


Alla luce di questi dati ci sarebbe da chiedersi come mai la candidata del partito repubblicano possa aver perso le elezioni a scapito del tycoon repubblicano Donald Trump, ma questo è un tema da affrontare specificatamente. Si può dire che la chiave risiede nell'analisi delle ragioni per le quali alcuni Stati che sono stati a maggioranza democratica hanno preferito in questa occasione il candidato repubblicano. Vi sono sia questioni sia di malessere sociale, malessere che le due amministrazioni Obama non sono riuscite a risanare, e soggettive riguardanti la non alta fiducia che molti cittadini statunitensi avevano verso Hillary Clinton. E' infatti mia opinione personale che se fosse stato possibile per Barack Obama ripresentarsi alle elezioni quasi certamente l'esito sarebbe stato diverso.
Occorre poi tenere presente che le misure che intraprende un governo non portano benefici immediatamente, ci vuole tempo, mesi o spesso qualche anno perché abbiano pieno effetto. In alcuni Stati, come ad esempio il Michigan, l'elettorato si è spostato verso i repubblicani per la perdita di benessere che avevano in precedenza, legato anche alla delocalizzazione di diverse produzioni - come quella automobilistica - verso il sud della nazione o all'estero, in particolare in Messico. A questo fenomeno Obama poteva fare ben poco, salvo applicare dazi elevati alle importazioni come ha annunciato voler fare Donald Trump, una misura che rischia però di avere conseguenze negative.

In definitiva Obama consegna al suo successore una nazione in ripresa, magari non proprio in ottima salute, ma indubbiamente migliore di quella che ha ricevuto dal suo predecessore, una nazione peraltro impegnata in numerosi conflitti in giro per il mondo. Avrà commesso errori in politica estera, non avrà chiuso Guantanamo come promesso già nella prima campagna elettorale, ma sicuramente in campo economico non lo si può biasimare. Vedremo se Trump sarà in grado di proseguire il cammino segnato da Obama, se non addirittura di fare meglio. Le premesse però non sono promettenti, almeno stando alle intenzioni espresse durante la campagna elettorale.

domenica 6 novembre 2016

Riforma Costituzionale: SI o NO?

A quattro settimane esatte dal voto referendario per confermare o meno la riforma costituzionale, ho letto articolo per articolo quelli modificati esprimendo una mia personale opinione su ciascuno di essi.
A differenza di quanto fanno molti non voglio esprimere il mio giudizio finale, cioè se è mia intenzione votare SI o NO - non fosse altro perché ancora non ho preso una decisione finale - ma semmai invitare nel mio piccolo coloro che desiderano recarsi a votare a fare ciò che ho qui fatto io: leggere e valutare positivamente o negativamente ogni articolo. Non comporta molto tempo in fondo, di certo molto meno che ripetere dozzine di volte un parere che si fonda non su ciò che è frutto di una propria valutazione, ma ripetendo quello di altri (giornalisti, politici, conoscenti etc...). Inutile ripetere che questo referendum non è un giudizio sul governo, che sarà oggetto di esame alle prossime elezioni politiche, ma comporta una riforma alle leggi fondamentali di questo Paese. Votare NO non farà cadere il governo, su questo non c'è da illudersi, votare NO deve essere l'espressione della convinzione personale che questa riforma non porterà alcun vantaggio o addirittura comporterà conseguenze negative. Viceversa votare SI non significa dare un apprezzamento al governo attuale e/o al partito al quale appartiene, significa ritenere che con questa riforma il Paese ne avrà benefici.

Qui ho elencato in ordine numerico gli articoli oggetto di modifica:
- In nero il testo attuale e barrato se è oggetto di abrogazione
- In azzurro il testo modificato o aggiunto
- In viola ed in corsivo [tra parentesi] un eventuale mio commento
Infine una icona che indica se la modifica la ritengo positiva o meno, ovvero se non mi convince.


RAPPORTI POLITICI

Art.48 comma 3
La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione della Camera dei Deputati, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

[Questo comma è stato modificato in relazione al fatto che si passa ad una sola Camera - quella dei Deputati - i cui componenti sono eletti]



IL PARLAMENTO

Art.55 (aggiunta commi 2,3,4,5)
Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.

Ciascun membro della Camera dei deputati rappresenta la Nazione.

La Camera dei deputati è titolare del rapporto di fiducia con il Governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell'operato del Governo.

Il Senato della Repubblica rappresenta le istituzioni territoriali ed esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica. Concorre all'esercizio della funzione legislativa nei casi e secondo le
modalità stabiliti dalla Costituzione, nonché all'esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l’Unione europea. Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all'attuazione
degli atti normativi e delle politiche dell'Unione europea. Valuta le politiche pubbliche e l’attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l’impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori. Concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge e a verificare l'attuazione delle leggi dello Stato.

[I commi aggiunti definiscono le nuove funzioni delle due Camere, con quella dei Deputati che si occuperà dell'attività principale legislativa e di indirizzo verso il governo al quale darà da sola la fiducia, mentre il Senato rappresenterà gli enti locali e interverrà nei casi in cui verranno esaminati provvedimenti provenienti da direttive dell'Unione Europea e/o che coinvolgeranno gli enti locali]



Art.57 comma 1
Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero.

Il Senato della Repubblica è composto da novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica. I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori fra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori.

[Modifica delle modalità di elezione dei Senatori, eletti dai Consigli regionali tra i propri consiglieri ed i sindaci. L'unico aspetto critico è l'eventuale scioglimento di un consiglio regionale che comporterebbe la nomina di nuovi rappresentanti al Senato, ma tenuto conto dei compiti del nuovo Senato non dovrebbe causare problematiche particolari.]



Art.57 comma 2 - abrogato
Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero.

Art.57 commi 3 e 4
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno.

Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a due; ciascuna delle Province autonome di Trento e di Bolzano ne ha due.

La ripartizione dei seggi fra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

La ripartizione dei seggi tra le Regioni si effettua, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Art.57 (aggiunta commi 5,6)
La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono
stati eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo
dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge di cui al sesto comma.

Con legge approvata da entrambe le Camere sono regolate le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della Repubblica tra i consiglieri e i sindaci, nonché quelle per la loro sostituzione, in caso di cessazione dalla carica elettiva regionale o locale. I seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio.

[Modifica delle modalità di elezione dei senatori, numero, composizione e durata del mandato.]



Art.58 commi 2 e 3 - abrogati
I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età.

Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno di età.

Art.59 comma 2
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

Il Presidente della Repubblica può nominare senatori cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica sette anni e non possono essere nuovamente nominati.

[Modifica relativa alla nomina dei senatori da parte del Presidente della Repubblica la cui carica non sarà più a vita ma di sette anni e non rinnovabile.]



Art.60 commi 1 e 2
La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni.

La Camera dei deputati è eletta per cinque anni.

La durata di ciascuna Camera non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra.

La durata della Camera dei deputati non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra.



Art.61 commi 1 e 2
Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni.

L’elezione della nuova Camera dei deputati ha luogo entro settanta giorni dalla fine della precedente. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dall'elezione.

Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti.

Finché non sia riunita la nuova Camera dei deputati sono prorogati i poteri della precedente.



Art.62 comma 3 (abrogato)
Quando si riunisce in via straordinaria una Camera, è convocata di diritto anche l’altra.

Art.63 (aggiunto comma)
Il regolamento stabilisce in quali casi l’elezione o la nomina alle cariche negli organi del Senato della Repubblica possono essere limitate in ragione dell'esercizio di funzioni di governo regionali o locali.

[Questo comma stabilisce che un regolamento interno pone dei limiti all'elezione o alla nomina a cariche ad organi del Senato]



Art.64 (aggiunto comma)
I regolamenti delle Camere garantiscono i diritti delle minoranze parlamentari. Il regolamento della Camera dei deputati disciplina lo statuto delle opposizioni.

Art.64 comma 4
I membri del Governo, anche se non fanno parte delle Camere, hanno diritto, e se richiesti obbligo, di assistere alle sedute. Devono essere sentiti ogni volta che lo richiedono.

I membri del Governo hanno diritto, e se richiesti obbligo, di assistere alle sedute delle Camere. Devono essere sentiti ogni volta che lo richiedono.

Art.64 (aggiunto comma)
I membri del Parlamento hanno il dovere di partecipare alle sedute dell'Assemblea e ai lavori delle Commissioni.



Art.66 (aggiunto comma)
Il Senato della Repubblica prende atto della cessazione dalla carica elettiva regionale o locale e della conseguente decadenza da senatore.



Art.69
I membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge.

I membri della Camera dei deputati ricevono una indennità stabilita dalla legge.

[Con questa modifica l'indennità parlamentare spetterà solamente ai deputati, i senatori non riceveranno altro compenso se non quello come consigliere regionale oppure di sindaco]



Art.70
La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.

La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all'articolo 71, per le leggi che determinano l’ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione
dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quella che
determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di senatore di cui all'articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e
132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma.

Art.70 (aggiunta commi 2,3,4,5,6,7)
Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati.

Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della
Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata.

L’esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all'articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti.

I disegni di legge di cui all'articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione.

I Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti.

Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati.

[Tutto il nuovo articolo 70 è, oltre che di difficile lettura, soprattutto in qualche modo contorto; presenta punti che possono dar luogo a conflitti tra organi legislativi - Camera e Senato. Doveva essere più lineare e di facile interpretazione, anche per gli stessi costituzionalisti che con questo testo si troveranno facilmente a doversi esprimere su questioni di legittimità costituzionale.]




Art.71 (aggiunto comma)
Il Senato della Repubblica può, con deliberazione adottata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, richiedere alla Camera dei deputati di procedere all'esame di un disegno di legge. In tal caso, la Camera dei deputati procede all'esame e si pronuncia entro il termine di sei mesi dalla data della deliberazione del Senato della Repubblica.

Art.71 comma 2
Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli.

Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno centocinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli. La discussione e la deliberazione conclusiva sulle proposte di legge d’iniziativa popolare sono garantite nei tempi, nelle forme e nei limiti stabiliti dai regolamenti parlamentari.

Art.71 (aggiunto comma)
Al fine di favorire la partecipazione dei cittadini alla determinazione delle politiche pubbliche, la legge costituzionale stabilisce condizioni ed effetti di referendum popolari propositivi e d’indirizzo, nonché di altre forme di consultazione, anche delle formazioni sociali. Con legge approvata da entrambe le Camere sono disposte le modalità di attuazione.

[Qualche modifica al processo di proposta legislativa che può essere operato dai cittadini con un numero di sottoscrittori che aumenta da 50 mila a 150 mila, però con il nuovo comma è prevista l'introduzione di referendum popolari di tipo propositivo.]



Art.72 comma 1
Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale.

Ogni disegno di legge di cui all'articolo 70, primo comma, presentato ad una Camera, è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale.

Art.72 (aggiunta comma)
Ogni altro disegno di legge è presentato alla Camera dei deputati e, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale.

Art.72 commi 2, 3,4
Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l’urgenza.

I regolamenti stabiliscono procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l’urgenza.

Può altresì stabilire in quali casi e forme l’esame e l'approvazione dei disegni di legge sono deferiti a commissioni, anche permanenti, composte in tal modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso alla Camera, se il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della Commissione richiedono che sia discusso e votato dalla Camera stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle commissioni.

Possono altresì stabilire in quali casi e forme l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a Commissioni, anche permanenti, che, alla Camera dei deputati, sono composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso alla Camera, se il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della Commissione richiedono che sia discusso e votato dalla Camera stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto.I regolamenti determinano le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni.

La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi.

La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale, e per quelli di delegazione legislativa, per quelli di conversione in legge di decreti, per quelli di autorizzazione a ratificare trattati internazionali e per quelli di approvazione di bilanci e consuntivi.

Art.72 (aggiunto commi)
Il regolamento del Senato della Repubblica disciplina le modalità di esame dei disegni di legge trasmessi dalla Camera dei deputati ai sensi dell'articolo 70.

Esclusi i casi di cui all'articolo 70, primo comma, e, in ogni caso, le leggi in materia elettorale, le leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali e le leggi di cui agli articoli 79 e 81, sesto comma, il Governo può chiedere alla Camera dei deputati di deliberare, entro cinque giorni dalla richiesta, che un disegno di legge indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo sia iscritto con priorità all'ordine del giorno e sottoposto alla pronuncia in via definitiva della Camera dei deputati entro il termine di settanta giorni dalla deliberazione. In tali casi, i termini di cui all'articolo 70, terzo comma, sono ridotti della metà. Il termine può essere differito di non oltre quindici giorni, in relazione ai tempi di esame da parte della Commissione nonché alla complessità del disegno di legge. Il regolamento della Camera dei deputati stabilisce le modalità e i limiti del procedimento, anche con riferimento all'omogeneità del disegno di legge.

[L'ultimo comma aggiunto è come l'art.70, un po' contorto e se da una parte riduce i tempi di approvazione di una legge dall'altra forse lo fa eccessivamente, poteva essere accettabile anche un maggior tempo a disposizione - esempio 6 mesi - senza correre il rischio di affrettare oltre il ragionevole il processo decisionale.]




Art.73 (aggiunto comma)
Le leggi che disciplinano l’elezione dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica possono essere sottoposte, prima della loro promulgazione, al giudizio preventivo di legittimità costituzionale da parte della Corte costituzionale, su ricorso motivato presentato da almeno un quarto dei componenti della Camera dei deputati o da almeno un terzo dei componenti del Senato della Repubblica entro dieci giorni dall'approvazione della legge, prima dei quali la legge non può essere promulgata. La Corte costituzionale si pronuncia entro il termine di trenta giorni e, fino ad allora, resta sospeso il termine per la promulgazione della legge. In caso di dichiarazione di illegittimità costituzionale, la legge non può essere promulgata.

Art.73 comma 2
Se le Camere, ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiarano l’urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito.

Se la Camera dei deputati, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, ne dichiara l’urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito.

Art.74 (aggiunto comma)
Qualora la richiesta riguardi la legge di conversione di un decreto adottato a norma dell'articolo 77, il termine per la conversione in legge è differito di trenta giorni.

Art.74 comma 2
Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.

Se la legge è nuovamente approvata, questa deve essere promulgata.



Art.75 commi 1,3,4
È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente forza di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti gli elettori.

La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto o, se avanzata da ottocentomila elettori, la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei deputati, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

[La modifica dell'ultimo comma prevede una nuova possibilità per raggiungere il quorum, non a fronte della maggioranza degli aventi diritto ma sulla base dei partecipanti alle ultime elezioni per la Camera se il referendum è stato presentato da almeno 800 mila cittadini.]



Art.77 commi 1,2,3
Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.

Il Governo non può, senza delegazione disposta con legge, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.

Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.

Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alla Camera dei deputati, anche quando la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.

I decreti perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.

I decreti perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione o, nei casi in cui il Presidente della Repubblica abbia chiesto, a norma dell'articolo 74, una nuova deliberazione, entro novanta giorni dalla loro pubblicazione. La legge può tuttavia regolare i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.

Art.77 (aggiunta commi)
La Camera dei deputati, anche se sciolta, è appositamente convocata e si riunisce entro cinque giorni.

Il Governo non può, mediante provvedimenti provvisori con forza di legge: disciplinare le materie indicate
nell'articolo 72, quinto comma, con esclusione, per la materia elettorale, della disciplina dell'organizzazione
del procedimento elettorale e dello svolgimento delle elezioni; reiterare disposizioni adottate con decreti non
convertiti in legge e regolare i rapporti giuridici sorti sulla base dei medesimi; ripristinare l’efficacia di norme di legge o di atti aventi forza di legge che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimi per vizi non attinenti al procedimento.

I decreti recano misure di immediata applicazione e di contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo.

L’esame, a norma dell'articolo 70, terzo e quarto comma, dei disegni di legge di conversione dei decreti è disposto dal Senato della Repubblica entro trenta giorni dalla loro presentazione alla Camera dei deputati. Le proposte di modificazione possono essere deliberate entro dieci giorni dalla data di trasmissione del disegno di legge di conversione, che deve avvenire non oltre quaranta giorni dalla presentazione.

Nel corso dell'esame di disegni di legge di conversione dei decreti non possono essere approvate disposizioni estranee all'oggetto o alle finalità del decreto.

[Qualche riserva nel contenuto del testo degli ultimi due commi aggiunti ma in sostanza articolo non peggiorativo]



Art.78
Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari.

La Camera dei deputati delibera a maggioranza assoluta lo stato di guerra e conferisce al Governo i poteri necessari.

[Per una decisione così importante avrei incluso anche il Senato, anche se  o proprio perché - rappresentativo degli enti locali]




Art.79 comma 1
L’amnistia e l’indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale.

L’amnistia e l’indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti della Camera dei deputati, in ogni suo articolo e nella votazione finale.



Art.80
Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi.

La Camera dei deputati autorizza con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi. Le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all'appartenenza dell'Italia all'Unione europea sono approvate da entrambe le Camere.



Art.81 commi 2,4,6
Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.

Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione della Camera dei deputati adottata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.

Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

La Camera dei deputati ogni anno approva con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale.

Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti della Camera dei deputati, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale.

[In sostanza è solo un adeguamento delle leggi per tenere conto del passaggio da bicameralismo a una sola Camera]



Art.82 commi 1 e 2
Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse.

La Camera dei deputati può disporre inchieste su materie di pubblico interesse. Il Senato della Repubblica può disporre inchieste su materie di pubblico interesse concernenti le autonomie territoriali.

A tale scopo nomina fra i propri componenti una commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi. La commissione d’inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni della autorità giudiziaria.

A tale scopo ciascuna Camera nomina fra i propri componenti una Commissione. Alla Camera dei deputati la Commissione è formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi. La Commissione d’inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria.



IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Art.83 comma 2 (abrogato)
All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato.

Art.83 comma 3
L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi della assemblea. Dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell'assemblea. Dal settimo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti.

[Aggiunte varianti al quorum necessario per l'elezione rispettivamente dal quarto e dal settimo scrutinio]



Art.85 commi 2 e 3
Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.

Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Quando il Presidente della Camera esercita le funzioni del Presidente della Repubblica nel caso in cui questi non possa adempierle, il Presidente del Senato convoca e presiede il Parlamento in seduta comune.

Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.

Se la Camera dei deputati è sciolta, o manca meno di tre mesi alla sua cessazione, l’elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione della Camera nuova. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.



Art.86 commi 1 e 2
Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente del Senato.

Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente della Camera dei deputati.

In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica, il Presidente della Camera dei deputati indice la elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione.

In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato indice la elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se la Camera dei deputati è sciolta o manca meno di tre mesi alla sua cessazione.



Art.87 commi 3,8,9
Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.

Indice le elezioni della nuova Camera dei deputati e ne fissa la prima riunione.

Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere.

Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione della Camera dei deputati. Ratifica i trattati relativi all'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, previa l’autorizzazione di entrambe le Camere.

Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.

Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalla Camera dei deputati.



Art.88 comma 1
Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.

Il Presidente della Repubblica può, sentito il suo Presidente, sciogliere la Camera dei deputati.



IL GOVERNO

Art.94 commi 1,2,3,4,5
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.

Il Governo deve avere la fiducia della Camera dei deputati.

Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.

La fiducia è accordata o revocata mediante mozione motivata e votata per appello nominale.

Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.

Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta innanzi alla Camera dei deputati per ottenerne la fiducia.

Il voto contrario di una o di entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.

Il voto contrario della Camera dei deputati su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.

La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera dei deputati e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

[Modifiche conseguenti al passaggio da fiducia assegnata da entrambe le Camere a quella della sola Camera dei Deputati]



Art.96
Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale.

Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale.



Art.97 comma 2
I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e la imparzialità dell'amministrazione.

I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza dell'amministrazione.



Art.99 commi 1,2,3 (abrogati)
Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa.

È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge.

Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge.

[Con l'abolizione di questo articolo viene ufficialmente abolito il CNEL, ente che nelle intenzioni originali avrebbe dovuto offrire un contributo positivo in tema di economia ma che nei fatti si è rivelato del tutto inutile e dispendioso]



LE REGIONI, LE PROVINCE E I COMUNI

Art.114 commi 1 e 2
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

I Comuni, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

[Con questa modifica vengono definitivamente abolite le province]



LA CORTE COSTITUZIONALE

Art.135 comma 1
La Corte costituzionale è composta di quindici giudici nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme magistratura ordinaria ed amministrative.

La Corte costituzionale è composta da quindici giudici, dei quali un terzo nominati dal Presidente della Repubblica, un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative, tre dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica.