domenica 24 giugno 2018

Quelle 'curiose imprecisioni' di Vladimiro Giacché in Anschluss

Nel 2013 Vladimiro Giacché ha pubblicato questo libro dal titolo "Anschluss" che in tedesco significa "annessione" e narra a suo modo di vedere la realtà (?) riguardante la riunificazione tedesca del 1989 che sarebbe, sempre secondo l'autore, più riferibile ad una 'annessione' che ad una riunificazione (democratica) tra la Repubblica Federale di Germania (RFT) e la Repubblica Democratica Tedesca (DDR).
Io non ho mai acquistato questo libro, intanto perché già il titolo mi suonava 'stonato', poi perché da alcune anticipazioni ed indiscrezioni ho avuto modo di avvertire diverse imprecisioni.

Questo libro è però diventato un 'testo sacro' tra gli euroscettici e soprattutto tra i germanoscettici (per usare un eufemismo) e non solo tra i lettori ma anche in alcuni ambiti accademici primo tra tutti nel prof.Alberto Bagnai, oggi senatore della Repubblica della Lega, il quale in occasione di un convegno da lui organizzato nel 2014 (Goofy3) lo ha addirittura citato come "testo da divulgare in tutti i licei".
Io già volevo esprimere le mie considerazioni al riguardo all'epoca, ma poi l'ho ritenuto superfluo fin quando pochi giorni fa proprio al Senato lo stesso senatore Bagnai, relatore del DEF 2018 (Documento di Economia e Finanza), lo ha citato come riferimento per affermare che la politica economica della Germania non è da imitare, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo dei Länder ex DDR, in tedesco chiamati "Neue Länder":


A questo punto esprimo al riguardo quelle che sono le mie personali (e non solo) osservazioni.
Dato che come ho scritto prima il libro non l'ho acquistato, ma ho solo letto qualche stralcio, mi affido alla presentazione che l'autore ha fatto in occasione appunto del "Goofy3" del 2014, ovvero di quel convegno organizzato dalla associazione A/Simmetrie di Alberto Bagnai della quale Giacché è membro del comitato scientifico:


Per semplicità io seguirò cronologicamente le varie affermazioni espresse indicando in quale punto egli le ha fatte ed esprimerò le mie osservazioni al riguardo .

Giacché inizia menzionando, in maniera un po' confusa a dire la verità, il cambio della moneta in vigore nella oramai già allora ex DDR in quella della Repubblica Federale, ovvero il Deutsche Mark (DM) e genericamente lascia intendere che questo sia stato 1:1. In realtà questo rapporto ha riguardato casistiche specifiche, ad esempio un determinato limite dei saldi di conto corrente a seconda della età anagrafica di ciscun correntista privato:

- Fino a 2.000 Ostmark per i cittadini sotto i 14 anni;
- Fino a 4.000 Ostmark per i cittadini fino a 60 anni;
- Fino a 6.000 Ostmark per i cittadini da 60 anni di età;

Gli importi a saldo del conto corrente superiori a questi limiti venivano cambiati al tasso 2:1, ovvero due Ostmark per un Deutsche Mark, tranne i conti correnti aperti dopo il 31.12.1989 i cui saldi sono stati cambiati al tasso 3:1.

Salari, pensioni, affitti, vennero anch'essi cambiati 1:1.

I depositi bancari delle aziende o comunque delle persone giuridiche vennero cambiati al tasso 2:1 se aperti prima del 31.12.1989 e 3:1 se dopo quella data.

La Deutsche Bundesbank ha stimato in una ricerca che il tasso medio di cambio fu rispettivamente di 1,8:1 per i conti privati e di 2:1 per i depositi delle persone giuridiche.

Per dare un'idea dei valori in lire dell'epoca, il cambio DM/Lira il 01.07.1990, ovvero il giorno in cui ebbe inizio l'operazione di cambio, benché fosse domenica, era di 734 lire per un marco tedesco (fonte: dati storici Banca d'Italia), quindi per comprendere l'entità degli importi di cui sopra occorre moltiplicarli per 734.

Quel giorno ci fu effettivamente una lunga coda presso gli sportelli delle banche che aprirono tra le 8:00 e le 9:00 del mattino (alcune addirittura già dalla mezzanotte) e la ragione era semplice: il cambio al mercato nero era notevolmente superiore, arrivando anche alle due cifre! 


Forse nel libro Giacché lo spiega meglio di quanto fatto in maniera del tutto generica (e confusionaria) qui nel video, in ogni caso ho ritenuto utile fare un riepilogo più dettagliato.

Giacché poi passa a narrare uno scenario catastrofico in ogni ambito, da quello sociale a quello demografico ed economico. Cercherò di essere sintetico per non dilungarmi troppo nelle mie osservazioni verso le sue affermazioni che reputo non corrispondenti con i dati ufficiali.


Migrazione interna (18'00")
Giacché afferma che dopo la riunificazione sono migrati dai 6 Länder orientali (o se si preferisce 5 più o senza Berlino est) ben 4 milioni di cittadini! Dove lui abbia preso questo dato non lo so perché quello ufficiale riporta la metà circa e sostanzialmente pari a quanti migrarono (o sarebbe più opportuno dire 'fuggirono'!) dalla DDR (fonte dati: Statistisches Bundesamt):


Legenda:
- Deutschland ingesamt = totale Germania
- früheres Bundesgebiet = Länder occidentali (RFT) +Berlino ovest
- ehemalige DDR = 5 Länder orientali (ex DDR) + Berlino est
- neue Länder ohne Berlin est = 5 Länder orientali senza Berlino est
- Ost Deutschland = i 5 Länder orientali più l'intera Berlino

"La città di Erfurt (Thüringen) ha subito una riduzione della popolazione del 30%, Wittenberge (Brandenburg) del 50%" sostiene Giacché (25'00"). Curioso, perché i dati ufficiali dei rispettivi comuni riportano un calo massimo del 12% per Erfurt e del 38% per Wittenberge, inoltre occorre tenere conto che per quest'ultima stiamo parlando di un piccolo centro che contava nell'anno della riunificazione circa 30 mila abitanti.


Ora, non si nega questa migrazione interna ma sovrastimare (e non di poco) i dati per rappresentare una sorta di disastro sociale mi sembra poco opportuno tenendo conto che questo spostamento ha riguardato un periodo che si è praticamente concluso a differenza del nostro meridione dove l'emigrazione è iniziata non molto tempo dopo l'Unità d'Italia e non si è praticamente mai fermata!


Dati economici
Per quanto riguarda i vari dati economici che Giacché ha esposto, spesso in maniera tendenziosa per raffigurare un quasi fallimento delle politiche di sviluppo, mi affido alla più recente pubblicazione sulla situazione della riunificazione pubblicata dal governo tedesco:


Da questo documento estraggo alcuni dati, per alcuni confrontandoli con quelli del nostro meridione, e lascio giudicare a chi legge se lo sviluppo dei Länder ex DDR sia stato così negativo come Giacché lascia intendere.

Livello di benessere sociale: questa è una statistica condotta dall'Istituto di Ricerca Economica di Berlino DIW, ente autorevole citato anche da Giacché, che mette a confronto il livello medio di soddisfazione espresso dai cittadini dei Länder occidentali e orientali con all'interno alcuni richiami ad episodi storici mondiali:


Come si può notare le due curve tendono nel tempo ad avvicinarsi e mentre nelle regioni (o Stati federati) occidentali l'andamento è pressoché costante, per quelle orientali è costantemente in crescita. Sarebbe interessante fare una statistica simile per quanto riguarda l'Italia, tra settentrione e meridione.

Gap tra Est ed Ovest del PIL pro capite: lo stesso istituto DIW fornisce il dato tra la differenza di PIL pro capite delle regioni orientali rispetto a quelle occidentali. Come si può notare nel grafico seguente vi è stata una rapida ascesa subito dopo l'unificazione per poi rallentare ma proseguire costantemente in fase crescente. Lasciamo perdere la 'stravagante' spiegazione di Giacché sul fatto che le statistiche sarebbero 'taroccate' a dovere perché fatte partire dal 1991: la crescita c'è e non si discute, punto!


In pratica nel 2016 il PIL pro capite nella ex DDR è stato di poco sotto il 75% di quello dell'ovest.
Vogliamo fare un paragone con la situazione italiana? Eccola (fonte ISTAT):


Si è parlato di differenziale tra regioni in termini percentuali, dato che l'ISTAT ha citato anche i valori assoluti in euro del settentrione, del centro e del meridione, vogliamo guardare ai dati tedeschi così da fare un confronto? Eccoli:


La colonna in verde rappresenta il PIL pro capite in euro nei 5 Länder orientali senza Berlino e la colonna in rosso includendo la capitale.
Prendendo i dati dei soli 5 Länder orientali, escludendo quindi Berlino, osserviamo come il PIL pro capite nel 2015 sia stato di 26.829 euro contro 18.200 del nostro meridione, valore già raggiunto dai Länder orientali tedeschi tra il 2000 ed il 2005!

Produttività: Giacché ha menzionato la produttività. Francamente a me interessa relativamente poco il suo andamento 25 anni fa, qualcosa di più negli anni recenti, ad esempio nell'ultima decade:


I valori esprimono il PIL pro capite a prezzi correnti per ora lavorata.

Con un rapido conto con la calcolatrice si può verificare come la produttività del lavoro sia cresciuta più ad est che all'ovest della Germania! Infatti è visibile anche confrontando l'andamento rispettivamente della capitale Berlino, delle 5 regioni ex DDR (neue Länder) e di queste ultime includendo Berlino stessa (Ostdeutschland) con quella media delle regioni occidentali espressa con indice 100:


Magari il nostro meridione avesse conseguito anche solo nell'ultimo decennio lo stesso andamento!


Esportazioni: le esportazioni sono cresciute sensibilmente non solo per le regioni occidentali ma anche per le produzioni manifatturiere realizzate ad est, smentendo ciò che lascia intendere Giacché. Qui il dato espresso in percentuale sul PIL:



Disoccupazione: ci sarebbero altri dati da mostrare ma concludo con quello che può interessare sicuramente, ovvero quello relativo al tasso di disoccupazione per confrontarlo mentalmente con le nostre tre principali aree geografiche:


Nei Länder orientali sicuramente si è assistito ad un aumento notevole dei disoccupati dopo la riunificazione ma oramai appartiene al passato. Come si vede la quota è costantemente diminuita dal 2005, ovvero dalle riforme del governo Schröder, che poco hanno a che vedere con i tanto vituperati minijob dato che la loro diffusione è avvenuta in particolare nei Länder occidentali oltre a tenere conto che sono presenti, contrariamente a quanto molti credono, dal 1977. Nel 2003 sono state apportate solo alcune modifiche normative. Oppure si può pensare che tutto questo beneficio sia avvenuto grazie all'euro. Francamente ritengo che solo in parte, e per giunta alquanto minoritaria, possa essere imputata alla moneta unica (voluta poi dalla Francia di Mitterand).

Non so se questo libro verrà dato agli studenti dei licei come ha invocato il senatore Alberto Bagnai, io alla luce di quanto riportato ed espresso dall'autore nel video come questo ed in altri, propenderei per il no. Di imprecisioni ne abbiamo già troppe.


PS. Io via social Twitter feci notare queste incongruenze all'autore ma egli dopo alcuni scambi ha preferito sottrarsi dal confronto e bloccarmi così da impedirmi dal proseguire. D'altronde non l'ho mai visto confrontarsi apertamente con chi dissente dalle sue opinioni, as usual tra gli euroscettici.