martedì 6 febbraio 2018

Il dilemma di Flassbeck e Spiecker sul reale surplus della Germania

Questioni di statistica.
Da qualche giorno gira in rete una analisi effettuata da due economisti tedeschi, Heiner Flassbeck e Friederike Spiecker che da tempo lavorano insieme e insieme hanno tra l'altro pubblicato alcuni libri. Questa analisi sta 'eccitando' gli anti europeisti ma soprattutto gli anti-tedeschi perché metterebbe in dubbio la buona fede dell'Istituto Federale di Statistica della Germania, lo Statistisches Bundesamt, nel calcolare il surplus commerciale del Paese, ipotizzando addirittura che le stime siano manipolate a favore del governo per dimostrare che questo è in calo e soprattutto inferiore a quello che dovrebbe essere.
Il documento tradotto in lingua inglese lo trovate cliccando sul titolo:


Ma per risparmiarsi la fatica di una traduzione c'è anche una versione in italiano dal sito dei simpatici blogger "Voci dall'Estero", esperti nel trovare nel web ogni patacca articolo che metta in cattiva luce o critichi l'Unione Europea, la sua politica, l'euro, ma in particolare la Germania e questo documento per loro è come miele per gli orsi:


Da dove nasce questa tesi dei due economisti tedeschi? Dal fatto che hanno confrontato i dati sul surplus commerciale dell'Istituto Federale di Statistica con quelli della Deutsche Bundesbank, la banca centrale tedesca, ed hanno riscontrato delle differenze, differenze che sono andate incrementando proprio durante l'anno scorso.
Prima di prendere i dati ai quali i due economisti fanno riferimento vorrei iniziare dal considerare quelli più recenti dei due enti, ma soprattutto quelli tra loro direttamente confrontabili. Dato che la banca centrale tedesca non ha ancora diffuso quelli per l'intero anno, ma arriva fino a novembre 2017, considerererò in questo primo passaggio quelli diffusi il 9 Gennaio scorso dall'ente federale di statistica, anch'essi riferiti ai primi undici mesi dell'anno:

(fonte: Statistisches Bundesamt)
Concentriamoci sulle merci (in verde) e tralasciamo le voci restanti delle partite correnti (Leistungsbilanz) e andiamo a leggere cosa ha pubblicato la banca centrale tedesca per lo stesso periodo:

(fonte Deutsche Bundesbank)
Anche qui concentriamoci sui dati relativi allo scambio merci e tralasciamo le altre voci che riguardano in questo caso l'intera bilancia commerciale (Zahlungsbilanz).
Si può verificare che i dati nel rettangolo verde sono gli stessi visti prima e differiscono leggeremente da quelli sopra nel rettangolo blu che riguardano sempre le esportazioni e le importazioni.
Perché questa differenza?
Perchè sono stimati seguendo due diverse metologie, quella dell'Istituto Federale di Statistica (in verde) segue un criterio denominato Außenhandelsstatistik (statistiche del commercio estero) mentre quella in blu osserva fedelmente la metodologia europea SEC 2010 (Sistema Europeo dei Conti Nazionali e Regionali).

L'Istituto tedesco fornisce una spiegazione circa le differenze tra questi due sistemi e che riguarda il conteggio o meno delle merci di libera circolazione sia in ingresso (importazioni) che in uscita (esportazioni) giacenti presso un deposito doganale:

(dal sito dello Statistisches Bundesamt)
Ma non ci soffermiamo su questa differenza perché non è qui che i due economisti tedeschi hanno rivolto le loro osservazioni, bensì su questa tabella più dettagliata fornita sempre dalla banca centrale tedesca:

(fonte Deutsche Bundesbank)
ATTENZIONE: in questa tabella i dati arrivano fino al terzo trimestre, ovvero a Settembre 2017.

Se dai dati della precedente seconda tabella nel rettangolo verde togliamo i valori relativi al bimestre ottobre-novembre otteniamo quelli dei primi tre trimestri che sono riportati in quest'ultima tabella sempre evidenziati nel rettangolo verde.
Bene, ora arriviamo finalmente all'osservazione di Flassbeck e Spiecker che riguarda il confronto con i dati, sempre trimestrali, riportati invece nel rettangolo rosso.
Cosa indicano questi?
Questi riportano i saldi in volume e i valori di questo tipo li notiamo anche nelle colonne precedenti relative alle esportazioni ed alle importazioni. In pratica per ciascuna variabile abbiamo la colonna che riporta il dato in valore (Wert) e quello in volume, dove quest'ultimo è computato utilizzando un indice medio con base 2010.

L'obiezione dei due economisti riguarda la differenza tra questi risultati (Werte vs Volume) che risulta accentuarsi proprio quest'anno mentre in quelli precedenti tale divergenza era sempre contenuta. Il progressivo a settembre, quindi per i primi tre trimestri del 2017, tale differenza ammonta a ben 78 mld.
Queste differenze si riscontrano soprattutto confrontando gli stessi dati sia nella colonna delle esportazioni che in quella delle importazioni e per queste ultime proprio nel 2017 la differenza mostra una sensibile accentuazione ben visibile graficamente (in verde il dato in valore - Werte -  e in rosso quello in volume):


Questa differenza è dovuta, come fanno notare gli stessi autori, dal fatto che l'Istituto di Statistica utilizza degli indici per i prezzi mentre la banca centrale tedesca dei valori cosiddetti medi.

Quale dei due dati è quello corretto?

La riposta è che nessuno dei due è corretto e nessuno dei due è errato, semplicemente seguono due metodologie differenti di calcolo dato che per determinare il valore delle esportazioni e delle importazioni non si ricorre certo a conteggiare le singole fatture emesse delle merci in uscita per le prime e di quelle ricevute per le seconde ma occorre ricorrere a stime.

Per chi non è del mestiere si può richiamare quale esempio le diverse metodologie di stima delle rimanenze di magazzino per comprendere che in certi casi non è possibile giungere alla determinazione di un dato unico. Esempio, se ogni trimestre acquisto 10 unità di prodotto a prezzi differenti, in pratica:


Se al termine dell'esercizio (anno) rimangono 5 unità di prodotto, a quale prezzo le andrò a valorizzare? Ipotizzo di vendere man mano le unità più vecchie, ovvero le prime che sono state acquistate e quindi i primi prodotti entrati (First In) saranno quelli venduti per primi (First Out) oppure viceversa ipotizzo di aver venduto per prime (First Out) le unità giunte per ultime (Last In)?
Oppure anzichè utilizzare una delle due metodologie appena citate (FIFO e LIFO) mi affiderò ad una media dei diversi prezzi?
Parallelamente in vari ambiti tra cui appunto quello del commercio estero o in quello per determinare l'inflazione si utilizzano degli indici per i prezzi, ad esempio quello di Laspeyres (il più comune), quello di Paasche o di Fisher:


e ciascuno condurrà ad un risultato differente:



Ogni metodo è valido, ergo ognuno è contestualmente corretto e nessuno è errato e questo lo scrivono anche i due autori per il caso in questione:


Insomma nelle stime viste per la bilancia commerciale e delle partite correnti non c'è un metodo esatto ed uno errato e quindi di conseguenza un dato esatto ed uno errato.

I due economisti avanzano però il dubbio che i dati che riportano un saldo inferiore siano 'taroccati' per andare incontro al governo evitando che sia messo sotto accusa per l'eccessivo surplus. E questa è una accusa piuttosto grave.
Ma fanno notare anche una seconda implicazione che riguarda la contabilità nazionale e nello specifico il Prodotto Interno Lordo e le sue componenti.
Stando infatti ai dati dell'Istituto di Statistica (quelli messi sotto accusa) il contributo alla crescita del PIL tedesco nel 2017 deriva in gran parte dai consumi interni (Inländische Verwendung) mentre quello del commercio estero (esportazioni nette - Außenbeitrag) vale solo un misero 0,2%, ma se il saldo reale fosse maggiore (addirittura i due autori si spingono a stimare circa 80 mld) allora il contributo di quest'ultima componente sarebbe ben maggiore e quello dato dai consumi interni verrebbe ridimensionato:


Insomma Flassbeck e Spiecker nutrono dubbi sulla attendibilità, non del metodo, ma dei dati rilevati e lamentano che a fronte della richiesta di spiegazioni chieste ai due enti hanno ottenuto solamente risposte a loro dire evasive.
Dal mio punto di vista è opportuno attendere i dati conclusivi riguardanti il 2017 tenendo conto che al momento le stime dell'Istituto Federale di Statistica sono provvisorie e soggette quindi a possibili revisioni come avviene per qualsiasi ente di statistica, non solo quello della Germania. Attendiamo quindi di vedere questi dati definitivi per poi confrontare le discrepanze tenendo a mente ciò che è stato detto poco sopra, ovvero che vengono utilizzati metodi di calcolo diversi e che non esiste un metodo giusto ed uno sbagliato.