lunedì 8 agosto 2016

Parliamo di Turismo

Agosto è il mese delle vacanze e delle ferie per la maggior parte degli italiani. E' una tradizione che risale al periodo dell'Antica Roma dove il nome del mese deriva da quello dell'Imperatore Augusto, il quale decretò che questo mese fosse dedicato alla celebrazione della grandezza dell'Impero e che durante il quale fossero concentrate le ferie (Feriae Augŭsti = ferie di Agosto, da cui il giorno di Ferragosto, giorno di festa popolare inizialmente fissato al primo del mese e poi spostato dalla Chiesa cattolica il 15).

Ebbene, quale periodo migliore per parlare quindi di turismo? Italiani che si trasferiscono nei luoghi di villeggiatura interni, italiani che si recano all'estero e stranieri che viceversa vengono in Italia per visitare città d'arte, rilassarsi in montagna oppure ad abbronzarsi in una delle nostre spiagge. L'Italia è un Paese che offre molto, è ritenuta a ragione una delle nazioni che possiede un elevato numero di attrazioni, sia dal punto di vista paesaggistico che artistico.
Eppure a guardare i dati riguardanti il numero di presenze e arrivi nel 'Belpaese', salta all'occhio che qualcosa non quadra:


Si nota infatti un gap notevole con la Francia e uno di minore entità, ma pur sempre significativo, con la Spagna. Possiamo solo trascurare Stati Uniti e Cina per le dimensioni di questi due Stati, sebbene sia la Francia che la Spagna abbiano un territorio che è quasi il doppio dell'Italia: 547.000 kmq la Francia, 505.000 la Spagna contro i 302.000 kmq dell'Italia. Ma va anche detto che il nostro Paese potenzialmente è in grado di poter ridurre questo differenziale con la Francia e di raggiungere oppure, perché no, superare la Spagna.

Se scendiamo nei dettagli regione per regione del turismo nella bella Italia si scopre come al nord vi è un sostanziale sfruttamento delle bellezze artistiche e paesaggistiche che il territorio offre, mentre al centro ed in particolare al sud, conoscendone il potenziale, è ancora ampio il divario tra il numero di presenze e quello che si potrebbe ottenere se appunto paragonato con i numeri espressi dalle regioni settentrionali. Il meridione non è infatti da meno quanto a città d'arte ed a luoghi di villeggiatura, soprattutto di mare.


Da solo il settentrione assorbe circa il 60% degli arrivi e delle presenza degli stranieri che giungono nel nostro Paese.
Scendiamo nel dettaglio:


Solo il Veneto, la prima regione per numero di arrivi e di presenze di stranieri, assorbe circa un quinto del totale ed in rapporto alla superficie (18.400 kmq) è quella che sfrutta al meglio le potenzialità offerte da città d'arte come Venezia, Verona, ma anche Padova, Vicenza e le diverse città minori. Poi le prestigiose località di montagna come Cortina d'Ampezzo, il Lago di Garda e le località balneari lungo la costa adriatica.
Il Veneto detiene un rapporto notevole di arrivi per superficie: 575 per kmq nel 2014. Se l'intero Paese avesse un rapporto simile avremmo quasi 174 milioni di turisti stranieri all'anno. Naturalmente questo non è possibile, è solo un esercizio aritmetico, ogni zona è diversa dall'altra e ogni zona ha le sue peculiarietà ed i suoi limiti.
Però mentre il settentrione detiene un rapporto elevato, circa 258 arrivi per kmq, il meridione vede un valore molto inferiore pari a circa 54 arrivi per kmq. Ipotizzando che per caratteristiche del territorio non sia possibile giungere allo stesso rapporto del settentrione, ma che si possa arrivare a due terzi e quindi a circa 170 arrivi per kmq pari a 21 milioni di turisti stranieri (a fronte di una superficie, stando ai dati Istat, di 123.732 kmq) contro gli attuali 6,7 milioni . Una differenza di 14 milioni di turisti avrebbe un impatto notevole per le casse delle regioni del mezzogiorno! Può essere che questa stima sia anch'essa ottimistica, ma in ogni caso ritengo plausibile che le potenzialità che il meridione è in grado di esprimere siano comunque molto maggiori di quelle attuali. E le stesse potenzialità in fatto di PIL sono anch'esse decisamente interessanti considerando la spesa media che quotidianamente sostiene un turista:


Se prendiamo in considerazione quindi i quasi 113 euro del 2015, abbiamo che per ogni milione di presenze giornaliere avremmo un reddito di oltre 110 milioni di euro per ogni giorno di permanenza e considerando che mediamente la presenza è 4 volte il numero di arrivi otterremmo 450 milioni di euro al giorno!
Questa spesa andrebbe poi ripartita nelle diverse voci di spesa  ma poi secondariamente costituirebbe una domanda aggregata aggiuntiva dato che chi percepirebbe un introito direttamente dal turista poi lo userebbe per propri consumi.
Questa tabella mostra la spesa stimata dalla Banca d'Italia negli anni 2014 e 2015:


E' esagerato supporre di raddoppiare la spesa nel meridione considerando appunto che un milione di presenze comporta un introito di 450 milioni al giorno? Personalmente ritengo di no, anzi, ritengo che i margini siano ancora superiori.

Questo grafico rappresenta la composizione del turismo delle regioni, come si vede molte regioni settentrionali e centrali sono maggiormente interessate da un turismo straniero (dovuto in gran parte alle città d'arte), mentre in alcune del meridione viceversa si caratterizzano più da un turismo interno. E' quindi strategico attrarre maggiormente gli stranieri incrementando le strutture, sia ricettive che logistiche, e le vie di comunicazione (aeroportuali, marittime, ferroviarie e stradali).


Il fatturato complessivo ottenuto grazie al turismo si aggira recentemente sui 35 mld di euro all'anno, è ipotizzabile che si possa gradualmente incrementarlo e giungere a 50 mld nel giro di alcuni anni ipotizzando che quanto ottenuto con le strutture attuali rimanga costante.


Servono infatti investimenti, un piano strategico nazionale e volontà politica di procedere ad un rilancio del meridione che non sia la solita utopia fondata sull'industrializzazione che finora si è dimostrata solo tale.
Il turismo rappresenterebbe il volano per altri settori, artigianato in primis, che sono collegati con esso. La storia del Trentino-Alto Adige è emblematica, diventata la regione più ricca o comunque tra le più ricche del Paese proprio grazie allo sviluppo del turismo, dell'agricoltura (vigneti e mele) e di un artigianato sviluppatosi di conseguenza.

(I dati e le tabelle sono state tratte dal sito dell'Agenzia Nazionale del Turismo che nel 2005 ha sostituito l'Ente Nazionale Italiano per il Turismo)

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