venerdì 16 settembre 2016

Quel fastidioso piagnisteo per la Grecia

Sebbene l'argomento "Grecia" sembra essere stato messo da parte, di tanto in tanto torna alla ribalta come è stato il caso di qualche settimana fa in cui è emerso che la Commissione Europea avrebbe congelato aiuti finanziari quale contributo per il coofinanziamento di investimenti strutturali nel Paese. Qualche media televisivo o di carta stampata di tanto in tanto racconta la difficoltà che attraversa una larga fascia della popolazione a causa dell'austerità imposta. In particolare viene evidenziata la situazione di denutrizione che coinvolge una parte cospicua della popolazione e tra questa molti minorenni, oltre alla sempre più precaria condizione della sanità pubblica caratterizzata da carenza di medicinali e di attrezzature.

Fino qui credo che nessuno possa rimanere indifferente di fronte a questa situazione e non senta la necessità di intervenire o quantomeno chiedere che lo facciano le istituzioni, sia del proprio Paese che europee.
C'è poi chi punta il dito proprio su queste ultime, accusandole di essere i responsabili di tale scempio sociale.
Almeno fino a quando si approfondisce la questione scoprendo così che la realtà delle cose mostra uno scenario diverso da quello che si riteneva.
Si può ad esempio iniziare con quanto ho accennato inizialmente, la notizia secondo cui l'Europa per mano della Commissione Europea ha deciso di sospendere i fondi di coofinanziamento concordati precedentemente, secondo un programma pluriennale 2014-2020 e destinato agli investimenti strutturali di cui il Paese ha bisogno.
Quando la notizia è emersa non si conoscevano con esattezza le ragioni e già c'era chi sosteneva che questo dipendesse dalla mancata attuazione del programma di riforme strutturali che il governo greco non avrebbe rispettato. Vero, il governo Tsipras non ha attuato tutto quello che aveva promesso, ma la sospensione del finanziamento in questione ha altra motivazione. E' conseguenza del fatto che la Commissione Europea ha rilevato una situazione di grave irregolarità riguardante le modalità di esecuzione delle gare di appalto per diverse opere pubbliche, la cui partecipazione sarebbe condizionata dalla formazione di cartelli dei 'soliti noti': grandi aziende elleniche e alcune straniere.
Questa è la copia del documento inviato dalla Commissione Europea per mano del Direttore Generale per le Politiche Regionali Walter Deffaa:



L'Europa chiede quindi chiarimenti onde scoprire se vi sono irregolarità (leggi corruzione) nella procedura riguardante i progetti infrastrutturali e fino a quando questo non è svolto i finanziamenti da Bruxelles sono sospesi. Insomma, la cattiva Europa chiede (solo) che tutto si svolga correttamente.

Proseguendo con la questione Sanità, è vero che il servizio sanitario pubblico ellenico è in crisi, ma occorre puntualizzare un paio di cose (almeno). La prima è lo scompenso inerente l'organico: durante il periodo 2000-2008 il numero complessivo di dottori è aumentato spropositatamente, tanto che ad oggi si stima che vi sia una sovrabbondanza di circa 20 mila medici. Dai dati OCSE la media di dottori rispetto alla popolazione è di gran lunga superiore a quella OCSE: 6,3 dottori ogni 1.000 abitanti contro i 3,3 della media OCSE. Il risultato è che molti dottori o sono disoccupati oppure sotto-occupati. Altri, i più qualificati, hanno lasciato il Paese prestando il servizio all'estero.
Qui, chi lo desidera, può leggere l'articolo:

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Si dirà: "D'accordo, ma non possiamo lasciare che i cittadini si ammalino, che non abbiano la possibilità di curarsi, che i bambini non abbiano di che nutrirsi a sufficienza!".
Certamente, concordo, e qui veniamo al secondo punto che vorrei puntualizzare: non capisco perché l'aiuto debba provenire da me/noi quando è ancora largamente diffuso il fenomeno di evasione fiscale che in Grecia registra tassi tra i più alti in Europa e quando ancora una quota consistente di spesa pubblica è indirizzata verso voci di cui il Paese potrebbe, non dico farne a meno, ma quantomeno ridurre drasticamente in un periodo difficile come questo per trasferirlo a quello ben più necessario come la Sanità. Mi riferisco principalmente alla Difesa, settore che assorbe una quota tra le più alte in Europa quanto a spesa pubblica. In un documento dell'anno scorso la NATO stimava che per il 2015 la Grecia avrebbe speso per la Difesa il 2,4% del PIL, di cui il 73,3% circa per il solo personale. Con l'assurdità che la spesa è addirittura incrementata dello 0,1% rispetto al 2014.

Dato che la Grecia non ha industrie per la produzione di armamenti, tutto quello che acquista lo deve importare dall'estero, dove metà proviene dagli Stati Uniti, e questo incide su PIL e ricchezza in quanto ogni euro che si spende in importazioni è 1 euro che qualcuno residente deve produrre e versarlo al governo, ma se il sistema economico del Paese è carente non fa altro che appesantire la situazione.


Quindi la Troika è cattiva, va bene, bisogna aiutare gli amici greci, certo, ma mi/ci si chiede di mantenere un numero cospicuo di dottori in esubero e anche di militari, se non addirittura di coofinanziare l'acquisto di aerei, sommergibili o altri armamenti in vista di una possibilità di conflitto che non è attualmente presente?
E non mi si venga fuori con la storiella della corruzione dei cattivi tedeschi della Siemens o di altre aziende, perché l'effetto di tale corruzione è stato semmai quello di assegnare loro la fornitura anziché ad altri, non certo quello di mantenere la spesa a livelli ingiustificabili.

Si dirà: "Va bene, sono corrotti, sono inefficienti, sono evasori, ma rimane il fatto che non sono oggettivamente in grado di ripagare il debito contratto. Non possiamo lasciarli per decenni nella miseria!".
Concordo. Però attenzione, tagliare parte del debito non è una operazione che a loro non riserva conseguenze per il futuro. Chi sarà disposto in futuro a prestare ancora denaro a chi non è stato in grado di ripagarlo? O perlomeno a farlo senza includere un alto prezzo (leggi interessi) a fronte del fattore rischio insolvenza, anche se solo parziale. E comunque qualcosa è stato fatto recentemente per venire incontro alla Grecia. A fine Maggio vi è stato un Eurogruppo (riunione dei ministri delle finanze) che ha sancito un taglio degli interessi che la Grecia dovrà pagare sul montante complessivo del debito dovuto all'ex fondo salvastati EFSF. Ora sarà il neo ESM che dovrà studiare una formula riguardante lo sconto sugli interessi, anche se a partire dal 2018 come ha chiesto il ministro delle finanze tedesco Schäuble. Poi sono stati concessi altri 10,3 miliardi di euro di aiuti in due tranches: la prima subito da 7,8 mld e la seconda dopo l'estate.


A chi vorrebbe che l'Europa riducesse ancora l'onere del debito greco rammento che i soldi prestati provengono dagli investitori internazionali che occorre rimborsare, quindi se non lo fa la Grecia saremo chiamati tutti noi a farlo al posto loro!
In cambio si chiede alla Grecia di riformarsi e diventare un Paese più equilibrato. Che prima di chiedere aiuti finanziari all'estero si preoccupi si chiederlo ai propri cittadini. Che rinunci almeno temporaneamente a qualche caccia, a qualche carro armato o sommergibile per pagare un macchinario o gli stipendi di quel numero effettivamente necessario di dottori.

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