mercoledì 26 marzo 2014

Cos'è e come funziona il fondo salva-stati ESM

Nel 2008 come sappiamo è arrivata una tempesta finanziaria che poi ha provocato una crisi economica dalla quale stiamo ancora cercando a fatica di uscirne. Alcuni Paesi come Irlanda, Grecia, Portogallo, Cipro, Romania, Ungheria, Lettonia e Spagna sono stati coinvolti a tal punto che si è reso necessario l'aiuto esterno per evitare il collasso dell'intera economia.
L'Unione Europea decise di intervenire attraverso la costituzione di fondi cosiddetti salvastati per raccogliere denaro e prestarli a chi oramai non riusciva a ottenerli sui mercati a tassi accettabili.

Si è iniziato con il EFSM (European Financial Stabilisation Mechanism), poi per la zona euro si è attivato il EFSF (European Financial Stability Facility) e recentemente il ESM (European Stability Mechanism) che sostituisce il EFSF, il quale sarà operativo fino a quando i Paesi che hanno ottenuto aiuti attraverso esso (Irlanda, Portogallo e Grecia) non avranno restituito l'ultima rata (2051).
Il fondo ESM è stato attivato il 08/10/2012, ha carattere permanente e ha l'obiettivo di intervenire in aiuto a quei Paesi dell'area euro che dovessero trovarsi in difficoltà a reperire sui mercati denaro a tassi sostenibili.
Attorno ad esso sono giunte da più parti forti critiche ed è presente molta disinformazione, soprattutto per come è organizzato.

Senza fare discorsi troppo tecnici ed essere quindi semplici nell'illustrare le sue caratteristiche si può dire che lo si può considerare come una grossa società finanziaria. Come tutte le società deve quindi possedere un capitale. Ebbene, si è deciso che questo capitale fosse in termini nominali pari a 700 miliardi di euro, poi con il recente ingresso della Lettonia è stato portato a 701,9 miliardi di euro. Questo capitale è nominale perchè solo sottoscritto, cioè i 17 Paesi, ora 18 con la Lettonia, si sono impegnati a versare ciascuno la propria quota nel caso ce ne fosse bisogno e per capire il significato passiamo a spiegare il suo funzionamento.

Come scritto precedentemente bisogna immaginare questo fondo come fosse una qualsiasi società finanziaria a cui occorre assegnare un capitale iniziale di funzionamento 'reale',ovvero versato, per darle modo di operare normalmente sui mercati emettendo obbligazioni garantite dal fondo ESM stesso e secondariamente dalle nazioni dell'area euro.
Questo capitale, il cui ammontare è oggi di 80,2 miliardi di euro, è da versarsi in 5 tranche da 16 miliardi ciascuna dove le prime quattro sono state già pagate e l'ultima è da farsi entro la fine di Aprile 2014.
In ogni caso il fondo ESM ha già iniziato ad operare emettendo obbligazioni con le quali ha raccolto denaro da investitori istituzionali e li ha utilizzati a favore di prestiti concessi a Cipro (9 miliardi) e Spagna (41,3 miliardi).

Questo quindi è già il primo punto da tenere bene a mente: il capitale versato da ciascuno Stato membro non viene utilizzato per essere prestato a favore di quei Paesi in difficoltà, ma è quello raccolto sul mercato emettendo appunto obbligazioni.
Lo Stato o gli Stati beneficiari provvederanno a restituire il prestito e solo nel caso dovessero diventare insolventi e il fondo non avesse le risorse sufficienti a restituire il debito ai creditori sarebbero chiamati in causa i Paesi membri in ragione della loro quota di competenza:



Perchè usare questa formula del fondo e non prestare direttamente il denaro? Semplicemente perchè costa meno in quanto il denaro viene raccolto sul mercato e grazie alla fidejussione di tutti i Paesi dell'eurozona è possibile ottenerlo a costi (tassi di interesse) decisamente bassi.
Il trattato prevede che nonostante il capitale sottoscritto sia di 701,9 miliardi,l'importo massimo che è possibile concedere in prestito è pari a 500 miliardi. La differenza è necessaria per garantire ulteriormente i creditori.

Pertanto le voci che vogliono tutti 701,9 miliardi (125,40 mld per l'Italia) da versare sono false, al momento sono previsti solo questi 80,2 mld (14,33 mld per l'Italia). Il resto sarà richiesto solo all'occorrenza, ovvero in caso di insolvenza da parte di un Paese debitore oppure nel caso sia necessario aumentare la disponibilità di capitale a fronte di un rapporto capitale/passività (prestiti concessi) troppo basso.

Ma chi decide di concedere un prestito e/o di richiedere ai Paesi membri di versare altro capitale sottoscritto? Contrariamente a voci prive di fondamento non sono degli sconosciuti burocrati a farlo.
Il fondo ha due Consigli che lo governano e lo amministrano:

  • Il Consiglio dei Governatori (Board of Governors), costituito dai ministri delle finanze dei Paesi membri.
  • Il Consiglio dei Direttori (Board of Directors) che sono dei tecnici nominati dai governatori in ragione di uno per ogni Stato membro.
Per l'Italia abbiamo quindi il ministro Padoan che svolge il ruolo di Governatore in rappresentanza dell'Italia e Vincenzo La Via quella di Direttore, il quale è anche il Direttore Generale del Tesoro presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Le decisioni sia del Consiglio dei Governatori che di quello dei Direttori devono essere prese all'unanimità, a maggioranza del 80% oppure dei 2/3 a seconda di quanto contemplato.
Se un Paese si trovasse nelle condizioni di dover chiedere aiuto, deve presentare richiesta al Presidente del ESM e quindi al Consiglio dei Governatori. Poi la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea ed eventualmente il Fondo Monetario Internazionale vagliano la richiesta, le condizioni del richiedente e formulano un memorandum di intesa che se condiviso viene quindi approvato e passato al Consiglio dei Direttori che deve approvare la parte esecutiva e dare il via agli aiuti . Insomma il nostro Paese, così come tutti quelli membri, non sono esclusi da ogni decisione ma al contrario hanno eguale voce in capitolo.

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