venerdì 17 febbraio 2017

Target2 e euroexit

"Ma che ce 'mporta, 'a bicciè, noi nun te pagamo!"
Ad un mese dalla lettera (qui il testo in italiano) con cui Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, ha risposto ad una interrogazione presentata da due europarlamentari italiani del Movimento 5 Stelle, Marco Valli e Marco Zanni (il quale recentemente ha lasciato il M5S per passare alla Lega di Salvini), ne ho lette e sentite di fesserie su questo tanto citato Target2. Il punto, oggetto di tanta polemica, riguarda per la precisione la frase finale della lettera in cui è scritto:
"Se un paese lasciasse l’Eurosistema, i crediti e le passività della sua BCN nei confronti della BCE dovrebbero essere regolati integralmente."
Apriti cielo! A questa dichiarazione del tutto ovvia, sono seguiti (e seguono) dibattiti circa la veridicità o meno di tale affermazione e quello che da un lato ho trovato anche divertente per le polemiche attorno ad una questione di pura lana caprina oltre che scarsamente rilevante (più avanti spiego il perché di questa considerazione), dall'altra avverto una certa dose di amarezza quando le fesserie inesattezze provengono non dall'uomo della strada ma da giornalisti economici o da qualcheduno che si definisce economista o comunque soggetti che dovrebbero essere a conoscenza di cosa si sta parlando.

Cosa è il Target
Il sistema Target (acronimo di Trans-European Automated Real-Time Gross Settlement Express Transfer) è una piattaforma europea per regolare (in inglese settlement) pagamenti di importo rilevante in euro in tempo reale (Real-Time) e al lordo (Gross). Insomma, sebbene per far capire il funzionamento si ricorre spesso all'esempio dell'acquirente privato che acquista un bene di importo non elevato all'estero all'interno di un Paese dell'eurosistema, in realtà il sistema Target è usato per i pagamenti di importi rilevanti effettuati da istituzioni creditizie tra loro.
Quando eseguiamo un bonifico, a noi può sembrare una operazione semplice sia che venga fatta allo sportello oppure on-line, ma in realtà questa è relativamente complessa soprattutto quando occorre effettuare un pagamento all'estero. Se l'esecutore ed il beneficiario hanno il conto presso la stessa banca l'operazione risulta semplice ed il tutto viene svolto dalla stessa che addebita la somma al primo e la accredita al secondo.
Un po' più complicato quando i due soggetti coinvolti hanno conti presso banche differenti. In questo caso se le operazioni fossero una o poche si potrebbe anche pensare a semplici passaggi di denaro, ma come si può immaginare le operazioni finanziarie sono numerose e riguardano una moltitudine di banche coinvolte, figuriamoci poi se prendiamo in considerazione le banche di tutto il mondo.
Ecco quindi che occorre affidarsi a strumenti che siano in grado di eseguire il tutto in (relativamente) semplicità e sicurezza. In queste procedure occorre considerare la fase di compensazione (in inglese clearing), che è quel processo in  cui le banche ed altre istituzioni finanziarie regolano tra loro i rapporti di dare e avere in un determinato momento. Segue poi la fase di regolamento (in inglese settlement), che è il processo in cui viene data esecuzione delle operazioni di dare e avere.
Per comprendere il meccanismo si immagini di trascorrere una giornata con un collega e che durante la stessa ciascuno a turno paghi per entrambi una qualsiasi voce di spesa. A fine giornata ci si sieda poi in una stanza (in finanza è chiamata tecnicamente camera di compensazione - in inglese clearing house) per fare i conti di chi si trova a credito e chi a debito. Questa è la fase appunto di clearing. Poi una volta stabilite le posizioni, chi si trova a debito effettua il pagamento dell'importo conseguente. Questa fase - tecnicamente di regolamento - è quella di settlement.
In questo caso è descritta la procedura di regolamento netto (net settlement), cioè confrontando tra loro una serie di operazioni di dare e avere per giungere ad una posizione finale, netta. Se invece ad ogni spesa effettuata da noi o dal collega si fosse proceduto di volta in volta ad un pagamento da parte del debitore verso il creditore, allora saremmo di fronte ad un regolamento lordo (gross settlement).
Il sistema Target è un sistema di regolamento lordo in tempo reale (Real Time Gross Settlement - RTGS).

Pagare o no il passivo sul Target2?
Quando si effettua un trasferimento di denaro da una banca di un Paese ad un'altra a seguito di un pagamento (es. bonifico), l'operazione non avviene direttamente tra i due istituti ma interviene un soggetto intermedio, in questo caso le banche centrali. Se una banca italiana deve pagare una somma per conto di un proprio cliente ad un soggetto residente in Brasile e che ha il conto presso una banca brasiliana, l'operazione transiterà attraverso le banche centrali dei due Paesi i quali non agiranno direttamente tra loro, ma si affideranno ad un soggetto terzo: la Banca dei Regolamenti Internazionali (Bank of International Settlements - BIS) con sede a Basilea.
Nel caso dell'eurozona, il regolamento all'interno della stessa tra banche centrali avviene attraverso la piattaforma Target che da luogo ad una posizione creditizia e una debitoria, che però sono registrate solo contabilmente senza dare luogo ad un pagamento effettivo. E' come il caso in cui una banca concede un fido ad un cliente, costui può effettuare un pagamento utilizzandolo e nel caso dell'eurozona questo fido è illimitato, ovvero non ci sono limiti alla posizione creditoria o debitoria raggiunta. Però, come nel caso in cui il cliente che decidesse di chiudere il conto per aprirlo presso altro istituto sarebbe chiamato a saldare una posizione debitoria, ovvero di fido utilizzato, anche in quello dell'eurozona la banca centrale del Paese che decidesse di uscirne sarebbe chiamata a saldare tale posizione e, nel caso sia debitoria, a pagare alla banca Centrale Europea il 'fido ottenuto'.

Perché il saldo Target2 è un non problema
La posizione sul Target2 di ciascun Paese membro è registrata contabilmente nello stato patrimoniale della sua banca centrale, tra le passività se negativa, tra le attività se positiva. Prendendo ad esempio gli ultimi bilanci della Banca d'Italia e della Deutsche Bundesbank rileviamo:

Banca d'Italia (dal bilancio 2015 - passivo)


Deutsche Bundesbank (dal bilancio 2015 - attivo)

Come si può verificare, sia nel caso della Banca d'Italia che in quello della Deutsche Bundesbank, le diverse posizioni a bilancio nello stato patrimoniale, rispettivamente debitoria e creditoria, sono quelle registrate nel saldo Target2 a fine 2015 e diffuse dalla BCE:


Questo ci dice due cose fondamentali:
  1. La posizione a credito o a debito è della sola banca centrale, quindi in caso di situazione a debito lo stesso non riguarda il governo, i cittadini o altri, ma solo la banca centrale.
  2. Essendo una voce a bilancio occorre guardare al medesimo per comprendere se una situazione debitoria comporti una posizione a rischio oppure no. Nel caso della Banca d'Italia è vero che ad oggi questa voce ha raggiunto i 359 mld di euro ma fino a quando il bilancio, come è stato per il 2015, è in attivo, ovvero le attività sono maggiori delle passività - incluso la posizione all'interno dell'eurosistema - questo non rappresenta un problema!
Nel 2015 avevamo una passività all'interno dell'eurozona di 248 mld di euro ma complessivamente il bilancio si è concluso con un attivo di 6 mld di euro. Se a fine 2016 si conseguisse un risultato positivo questo significherebbe che nonostante una posizione debitoria verso l'eurosistema di 359 mld la banca d'Italia avrebbe comunque all'attivo voci in grado di compensarla. Il problema sorgerebbe se una o più voci in attivo dovessero subire un deprezzamento riducendo così la situazione nello stato patrimoniale portando ad una perdita, quindi non in grado di coprire parte della voce in questione.

In conclusione Mario Draghi ha affermato una cosa ovvia nel dire che un Paese che intende lasciare l'eurozona deve regolare la posizione verso l'eurosistema e nello specifico verso la Banca Centrale Europea, sebbene le modalità non sono al momento contemplate e quindi occorrerebbe definirle nel caso si presentasse questa eventualità.
Poi che questa operazione riguarda solamente la banca centrale e non i cittadini o il governo, operazione che non rappresenta di per sé alcun dramma fin quando il bilancio è in attivo come allo stato attuale o anche in pareggio. Infine serve rammentare che questa compensazione è stata svolta quotidianamente in passato tra le banche centrali dell'attuale eurosistema ed avviene tutt'oggi con quelle che non ne fanno parte, una cosa quindi di normale amministrazione, insomma nulla di cui sorprenderci.

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