mercoledì 3 aprile 2019

Industria 4.0 edizione 2019 e dintorni


Di ritorno dalla fiera ad Hannover (Germania, Bassa Sassonia), incentrata sulla Industria 4.0 (ma non solo), ho pensato di esporre alcune mie valutazioni. Oltre 20 padiglioni per accogliere visitatori da tutto il mondo, divisi per tematica di prodotto.
I 'padroni di casa' hanno fatto ovviamente la parte del leone ma quest'anno c'è stata una larga partecipazione di aziende italiane, anche se con qualche precisazione.:


In termini numerici l'Italia era ben rappresentata ma concentrandosi su tipologie di prodotti non propriamente avanzati sotto il profilo tecnologico. I padiglioni, infatti, che ospitavano la robotica ed i sistemi informatici di livello avanzato non hanno visto molte aziende del Bel Paese. Devo purtroppo constatare che per alcune di esse l'impressione che ho avuto è che più che essere lì per proporre vere e proprie novità cercavano nuova clientela approfittando del richiamo che l'evento ha a livello internazionale.

Alle imprese italiane manca un serio marketing
Ho avuto modo di dialogare brevemente con i rappresentanti di un paio di fonderie italiane presenti alla manifestazione fieristica ed al termine ho avuto perplessità circa la loro scelta di partecipare a quella specifica fiera. Ambedue infatti hanno avuto poco riscontro (sia quando ero presente che da loro ammissione quando ho chiesto come sono stati i primi due giorni). Mi sono quindi chiesto cosa si aspettavano nel presentarsi in una nazione che quanto a fonderie non mi risulta che sentano la necessità di conoscerne di nuove. I tedeschi non hanno certo problemi in questo senso e se necessario si rivolgono ad impianti o aziende collocate in quei Paesi come l'est Europa caratterizzati dal costo inferiore.
La domanda quindi è, ed è quella che mi sono posto dopo aver parlato con queste due aziende: "Hanno fatto una analisi di mercato accurata per verificare la potenzialità di quello tedesco?".

Non è la prima volta che mi capita di avere a che fare, seppur indirettamente, con aziende italiane che si recano in Germania, non tanto perché hanno valutato una opportunità, ma basandosi semplicemente sul fatto che quella è una economia grande e forte ed in crescita oltre al fatto che è a noi vicina geograficamente e con la quale abbiamo già un ottimo interscambio commerciale tanto da risultare il nostro partner principale.

Ma questo metodo non è efficace!

Prima di avventarsi in un mercato occorre valutare l'effettiva potenzialità, ricorrendo a quegli appositi e specifici metodi che un serio marketing conosce.
Vi racconto un aneddoto così da chiarire cosa intendo.

Qualche anno fa notai nel giro di poco tempo che alcune aziende tedesche nel loro sito internet avevano pagine tradotte in varie lingue ma non in italiano. Un giorno mi trovai a pranzo con il direttore commerciale di una di esse e senza correre il rischio di porre una domanda tendenziosa mettendolo eventualmente in imbarazzo mi limitai a chiedere come mai non avessero incluso la lingua italiana, se per caso ritenevano non interessante il nostro mercato. Insomma avevano pagine in russo, in spagnolo, in ceco oltre alle naturali inglese e francese ma non in italiano!
Costui mi rispose che, al contrario, ritenevano quello italiano un mercato interessante ma potenzialmente inferiore quanto a redditività o meglio, per usare una terminologia tecnica, in termini di ROI (Return of  Investment). Cioè senza mai mettere in dubbio l'interesse per l'Italia egli mi disse che le loro stime davano, tanto per fare un esempio, un ROI del x%, investendo una determinata somma, ma la medesima somma investita altrove (si può intuire in quei Paesi per cui hanno tradotto le pagine web nella loro lingua) potevano ottenere un livello maggiore. Questo non significava che non erano interessati al nostro mercato, ma che non erano al momento inclini a mettere soldi direttamente, erano comunque ben disponibili se una impresa italiana si fosse fatta avanti per trattare i loro prodotti qui.

Ecco allora la domanda che mi sono posto a riguardo alcune aziende italiane presenti ad Hannover, tra le quali le due fonderie: "Non era magari preferibile effettuare preventivamente una accurata analisi di mercato e optare per una fiera in altra località? Era davvero la Germania la scelta più promettente?"

Industria 4.0 e gli inconsistenti (per me) timori per la sua diffusione
Tornando al centro della manifestazione di Hannover, sicuramente la robotica industriale stravolgerà il sistema di produzione ma gli effetti saranno in meglio. Osservando un robot confezionare una scatola di prodotti vari, lì rappresentato da semplici tavolette di legno colorate, oppure quello più grande in grado di assemblare le parti di una autovettura, mi sono chiesto cosa questo apporterà al reparto assemblaggio (o confezionamento nel primo caso). Certamente la sostituzione da parte di una macchina del lavoro di una persona può causare preoccupazioni, ma è davvero una prospettiva negativa? E' così gratificante eseguire quelle operazioni che domani potranno essere svolte da una macchina e anche più velocemente? Un operaio che per decenni svolge praticamente migliaia di volte la medesima operazione non si sente per caso demotivato da questo?
E' certamente vero che si sia preoccupati per il riflesso sull'occupazione ma non è assolutamente vero che questo porterà ad un calo dell'occupazione, sostituita in misura sempre maggiore da macchine. Ne consegue invece una trasformazione di competenze e qualifiche, anziché ripetere continuamente operazioni logoranti per la loro ripetitività, dovranno occuparsi di seguire i robot, intervenire quando necessario, programmarli. Aumenterà il numero di ingegneri che avranno il compito di progettare e migliorare le performance dei robot stessi. Alla fine porteranno benefici in fatto di occupazione e anche ai salari visto che all'introduzione delle macchine si accompagna sempre un aumento della produttività e quindi delle prospettive di crescita salariale.
Insomma, non bisogna assolutamente nutrire timori verso questa recente ed attuale rivoluzione industriale!

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